martedì 22 gennaio 2013

Ad un certo punto,

sul bus, mi sono perfino chiesta : "Perchè mi faccio del male?! Non ho bisogno di dimagrire, se dimagrisco rischio di ammalarmi (fisicamente), e se anche non dimagrissi pure : non è salutare bruciare ogni giorno tutto ciò che si ingerisce, o abbuffarsi di punto in bianco, affatto, grassa normale o magra che sia. Volersi bene significa anche trattare bene il proprio corpo, al di là dell'obiettivo corporeo. Per me significa non isolarsi dal mondo, non scatenare liti pesanti allo scopo esclusivo di rovinarsi la giornata, non passare la vita a soffocare tra le lenzuola perchè non si è amate da chi si ama, non farsi venire l'ulcera gastrica perchè non c'è armonia perfetta tra gli oggetti, non ricercarsi le abbuffate solo per mandare a monte il proprio umore. Tutto, tutto. Un tempo ero così normale. Mi correggo, sono sempre stata strana ma perlomeno mi volevo bene; nonostante la mia scarsa autostima, mi trattavo benino, non avrei mai provato uno sciroppo che sputtana gli organi interni, non avrei nemmeno mai digiunato per dimagrire, magari per un fatto di assenza di fame, ma non per dimagrire. Avrei pianto a dirotto per un ragazzo, preso a pugni il muro, ma non avrei mai voluto osare il suicidio. Non avrei provato piacere a farmi del male nelle piccole cose, perchè non posso trattarmi meglio, come una persona normale?! Perchè alla fine io sono come gli altri, avrò meno di tanti altri, non mi vorrà bene nessuno, ma non posso punirmi per questo, per colpa delle circostanze. Merito di vivere, non solo di respirare." QUESTA ERO LA VERA IO, CON I SENSI DI COLPA PER AVER FATTO SOFFRIRE QUALCUNO DI IMPORTANTE, LE LACRIME IN GOLA, LA SENSIBILITA' PER CHI MI STA ACCANTO E MI VUOLE BENE, ANCHE SE SBAGLIA A DIMOSTRARMELO. E LA SENSIBILITA' ANCHE PER ME STESSA, LA PREOCCUPAZIONE E IL TORMENTO, PER ME STESSA.

Dopodichè, è sopraggiunto il vuoto, è tornata l'altra parte di me, la malattia. Le sopracciglia aggrovigliate, le palpebre spalancate, l'apatia avvolta nel dolore, sono pur sempre io questa. O forse no. Forse sono tutto il contrario di questo, aggressiva, acida, insensibile, maleducata, istintiva, masochista.

Ero così sicura su ciò che fossi, ora il vuoto mi blocca, e non so più nemmeno se sono qualcosa.


Al di là di questo grave disturbo alimentare, non capisco se sono malata, posseduta, o se soffro di doppia personalità.