azione. Chi mi scava nel profondo, chi mi legge qui, mi conosce per davvero, è al corrente dei miei punti deboli e della mia più grande ossessione. Dopo anni di accumuli, di divorare lacrime e delusioni fingendo che andasse tutto bene, sono traboccata come una tazza, scoppiata, esplosa: navigo sempre solo in una barca, amo gli eccessi: o tutto o niente. Sembravo così forte, consapevole, e al contempo stupida, ma in verità sono peggio adesso che sono cresciuta e mi lascio andare troppo alle emozioni: l'amore mi risucchia come un vortice, mi inghiottisce inesorabile. Sono così debole e istintiva, lotto contro questo sentimento struggente non ricambiato, contro me stessa: lui è stato capace di farmi nutrire odio per me stessa, inconsciamente, senza volerlo, senza aspettarlo. A volte penso di volermi bene, altre vorrei -più che perdere peso o conseguire obiettivi platonici- spezzare questa catena logorante intrisa di disperazione e autodistruzione. Ne sono dal vicino vittima, ne sono nel profondo colpevole: mi sto lentamente (e in fondo, anche felicemente) distruggendo da sola, e non posso farne a meno
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